“Noi facciamo così. Collaborazione odontoiatra-igienista dentale”. Relazione tenuta al I congresso TRAP Group Italia Trento 22-23 novembre 2019.
Lo scambio di informazioni tra igienista dentale ed odontoiatra è fondamentale per raggiungere e mantenere il successo terapeutico.
Le sinergie funzionano molto meglio dell’azione del singolo, consentendo di ottenere risultati migliori, e di conseguenza saper comunicare in maniera chiara tra professionisti è il primo passo per impostare un piano di lavoro corretto, dalla prima visita, ai richiami personalizzati di igiene.
Registrare ogni singolo cambiamento durante il percorso terapeutico del paziente ci aiuta ad indirizzarlo verso il conseguimento e il mantenimento dello stato di salute.
Quello dell’igienista e dell’odontoiatra diventa un vero e proprio lavoro di squadra, all’interno del quale ogni figura svolge il proprio ruolo: per far si che entrambe le figure possano eseguire le proprie mansioni, ci deve essere uno scambio di informazioni, chiare e facilmente comprensibili.
Con quali strumenti igienista ed odontoiatra possono scambiarsi le informazioni?
Lo scopo di questo articolo è quello di raccontare la mia pratica clinica quotidiana e la mia esperienza con i pazienti cariologici, elencando in particolare gli step di quella che all’interno del team odontoiatrico abbiamo definito la “seconda visita”.
Questo è il protocollo che seguo nello Studio del Dott. Giovanni Sammarco,
cariologo, relatore e ideatore del corso “Vincere la Carie” e fondatore del
gruppo studio Trap Group.
Come possono, igienista e odontoiatra affrontare in sinergia la malattia cariosa?
L’approccio di tipo chirurgico della malattia è di competenza esclusiva dell’odontoiatra, ma eliminare fisicamente la lesione per sostituirla con un restauro non riduce le probabilità di progressione della malattia nel resto della bocca, perché il restauro non è la cura.
Il trattamento della malattia cariosa è ben più complesso, e prevede la collaborazione di entrambe le figure, le quali hanno il compito di intervenire sul comportamento e lo stile di vita del paziente, su fattori preventivi e protettivi e sul controllo del biofilm batterico.
Per riuscire a creare questa sinergia, igienista ed odontoiatra devono essere in grado di comunicare, e per poterlo fare in maniera efficace, va stabilito un linguaggio comune, che permette non solo lo scambio di informazioni all’interno del team, ma anche di trasmettere al paziente l’importanza del lavoro che stiamo svolgendo.
In questo modo, qualsiasi dato rilevato e registrato, può essere facilmente compreso da tutti, paziente incluso.
Quali sono gli strumenti che ho adottato nella mia pratica clinica quotidiana per la rilevazione dei dati e la documentazione?
Per facilitare l’osservazione del cavo orale è opportuno utilizzare un apribocca, che consente anche l’applicazione del rilevatore di placca. In questo specifico caso è importante che il rilevatore di placca sia di tipo tritonale.
Un altro strumento che ormai è rientrato nella mia routine lavorativa è la macchina fotografica: la documentazione è un mezzo potentissimo, sia per noi operatori che per il paziente perché aiuta moltissimo a motivarlo e istruirlo.
Per quanto riguarda l’ispezione del cavo orale sono fondamentali i sistemi ingrandenti, insieme all’utilizzo della sonda cariologica, la cui particolarità è quella di non avere le estremità appuntite e quindi non essere invasiva sui tessuti.
L’utilizzo di tutti questi strumenti, consente la registrazione di ogni singola informazione e cambiamento durante i controlli e le sedute di igiene.
Cosa succede durante la Prima Visita?
L’odontoiatra calcola il DMF-T e il PSR, oltre al rischio carie in relazione all’età del paziente, dato che consente di inserirlo in una delle seguenti categorie: tra i soggetti ad alto rischio, a basso rischio oppure nella media.
Vengono poi registrati fattori quali il tipo di dieta (acidi e zuccheri), la qualità e la quantità della saliva, l’esposizione ai fluoruri, i farmaci e il fumo: ad ognuno di essi viene dato un punteggio che varia da 0 a 3, in base alla gravità.
Infine l’odontoiatra fornisce dei consigli personalizzati sulla base della situazione attuale del paziente, il quale viene congedato dopo aver fissato un appuntamento per la seduta di igiene e la motivazione.
Come viene svolta la Seconda Visita?
La seconda visita è di competenza dell’igienista dentale: prima di incontrare il paziente è importante consultare il diario clinico e la scheda cariologica, prestando attenzione ai punteggi registrati e ai consigli forniti in prima visita.
1. Colloquio iniziale
Tramite un colloquio iniziale è possibile capire se il paziente ha già messo in atto dei cambiamenti del proprio stile di vita e se ci sono già dei miglioramenti: è molto importante perché fornisce il suo grado di compliance. Tramite questa conversazione l’igienista intuisce se effettivamente il paziente ha compreso ciò che gli è stato spiegato in prima visita e se ha voglia di migliorare.
La collaborazione del paziente è quindi fondamentale.
2. Rilevatore di placca
Dopo aver posizionato l’apribocca, viene applicato il rilevatore di placca tritonale, che evidenzia tre tipi di placca batterica diversa: la placca giovane (meno di 48 ore) in rosa, la placca matura (più di 48 ore) in viola, e la placca di tipo acidogeno in verde.
È fondamentale far capire al paziente che il rilevatore di placca è uno strumento essenziale: è un mezzo che, se ben compreso, ne suscita la curiosità e ne aumenta la compliance.
3. Fotografie
A questo punto vengono scattate tre fotografie, necessarie per documentare il punto di partenza del percorso che il paziente sta per intraprendere: una fotografia frontale e due laterali
4.Livello di igiene
Applicato il rilevatore di placca, e mostrate al paziente le aree che si sono colorate, viene attribuito un livello di igiene con un valore che va da 0 a 3.
Questo valore viene registrato ad ogni incontro, e, se entrambi i professionisti sono riusciti a trasmettere al paziente l’importanza del controllo del biofilm, ad ogni controllo sarà curioso di conoscere il proprio livello di igiene: questo ci aiuta a fidelizzarlo ancora di più.
Livello 0: viene attribuito quando la maggioranza dei denti è molto pulita
Livello 1: viene assegnato nel momento in cui alcuni denti sono puliti, altri poco sporchi
Livello 2: in questo caso la maggioranza dei denti è sporca o alcuni denti sono poco sporchi, mentre altri puliti o quasi.
Livello 3: viene attribuito quando tutti i denti, o quasi, sono molto sporchi o la maggioranza dei denti è molto sporca.
5. Scheda cariologica
Attribuito il livello di igiene, e discusso con il paziente, è il momento di compilare la scheda cariologica iniziata in prima visita.
Tramite l’utilizzo di evidenziatori o pennarelli di colore diverso, corrispondenti a quelli del rilevatore tritonale, per ogni elemento viene riportato in cartella la tipologia di placca batterica che è stata rilevata, con particolare attenzione a quella di tipo acidogeno.
Le superfici ricoperte di biofilm acidogeno vanno osservate attentamente dopo scrupolosa rimozione della placca e accurata asciugatura con un getto d’aria di almeno cinque secondi.
L’igienista svolge un ruolo fondamentale in questa fase perché nelle zone interessate potrebbe intercettare delle lesioni cariose iniziali (classificate come ICDAS 1).
Il paziente va ben istruito e motivato ad un buon controllo del biofilm delle
zone interessate, eventualmente utilizzando degli agenti remineralizzanti a
seconda dei casi.
6. Istruzione e Motivazione
Dopo aver rilevato e registrato tutti i dati importanti, il compito dell’igienista dentale è quello di accompagnare il paziente lungo un percorso che lo condurrà verso il miglioramento, istruendolo e motivandolo ad un maggior controllo del biofilm batterico.
Tutto questo dopo aver indagato su quali sono le sue abitudini circa le manovre di igiene orale, gli strumenti che utilizza e con quale frequenza, e ogni quanto li sostituisce.
7. Punteggi e Consigli
Analizzando i punteggi registrati e i consigli forniti in prima visita, tramite una chiacchierata con il paziente è possibile intuire se ha già messo in atto dei cambiamenti: se sono avvenuti, i punteggi possono tranquillamente essere modificati, oppure possono essere aggiunti altri consigli.
Conclusione
Ad ogni richiamo di igiene verranno sempre seguiti i seguenti passaggi:
• Colloquio iniziale
• Applicazione del rilevatore di placca
• Attribuzione di un livello di igiene orale
• Documentazione tramite fotografia
• Controllo e rilevazione della tipologia di placca batterica
• Istruzione e motivazione
• Modifica e/o aggiunta dei punteggi e dei consigli
Lo scopo di questo percorso è far si, che con il passare del tempo, il valore del DMF-T del paziente rimanga invariato.
Dott.ssa Silvia Bortolotti
Laurea triennale in Igiene Dentale presso Università degli Studi di Milano
Master in Tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale presso La Sapienza, Roma
Master in Patologia delle mucose gengivali non indotta da placca batterica presso Dental School, Torino
Relatrice al 13° Congresso dell’European Association of Oral Medicine, Torino
Relatrice al 1° Convegno TRAP, Trento
Membro Gruppo TRAP
Iscritta all’albo professionale presso l’ordine di Trento, n.57
Svolge la libera professione a Trento
Instagram: @iltrainingdelsorriso