Le dieci regole della buona educazione social

Se pensate che le regole della buona educazione, o bon ton, valgano unicamente tra persone sedute a tavola vi sbagliate di grosso. 

Da qualche anno è stato coniato il termine “Netiquette” dall’unione del termine inglese network (rete) e quello francese étiquette (educazione). Il Netiquette raccoglie tutte le regole da adottare online e che disciplinano il comportamento di tutti gli utenti presenti in rete, per garantire una buona convivenza virtuale.

Che voi siate dei professionisti o semplici utenti, sia che portiate il vostro lavoro o dello svago sui social, vi sarà capitato almeno una volta di imbattervi in qualche maleducato, haters, di essere addirittura copiati o criticati su internet da altri utenti.

Per questo eccovi qui elencate dieci regole da seguire se volete essere rispettati in rete.

  1. Lo strategico “non ragioniam di lor, ma guarda e passa” di Dante: Spesso sui social media siamo bombardati da post, video, reel, status che non sono affini con i nostri gusti e correnti di pensiero. In tal caso è buona educazione guardare e scorrere la home senza alcuna interazione e, se inaccettabile, bloccare o togliere il follow all’interessato. Creare discussione con i propri commenti può farvi risultare dalla parte del torto. 
  2. Non chiedere favori: i retweet o le condivisioni non si domandano, specie se gli utenti non sono stretti conoscenti. Se volete essere professionali per promuovere un servizio o un prodotto potete rivolgervi agli influencer tramite e-mail. Il presupposto da mettere in conto è che nessuno fa nulla gratis a meno che non siano amici nella vita reale, perché se decidete di richiedere l’aiuto di qualcuno che conoscete solo sulla rete prima o poi richiederà quel favore indietro in un modo o nell’altro.
  3. La geografia è importante: se dovete pubblicizzare un evento non inviterete tutte le persone che online sono connesse con voi, dovrete fare una ricerca accurata e selezionare in base all’area geografica a chi spedire l’invito. La regola tre è importante anche per la concorrenza, non ha senso creare competizione e farsi venire la gastrite se qualcuno (collega) ha sede lontano da voi. Questo perché le strategie che dovete mettere in atto in primo piano sono per coinvolgere più persone possibili attorno e vicino a voi, certo se arrivano anche da lontano (i clienti) è solo un punto aggiunto ma è molto difficile. Questo vale ovviamente solo per alcune categorie. 
  4. La sindrome compulsiva: non pubblicate o condividete tutto quello che vi passa per la testa, lasciamo stare le catene di Sant’Antonio (che con tutti quelli che lo nominano avrà l’emicrania) ed evitiamo contenuti con spoiler di film, serie tv o libri (esiste un girone all’inferno per chi fa queste cose). Il rischio principale è di essere bloccati, bannati o oscurati. Ricordatevi sempre il motivo per cui la gente vi segue e cosa vuole sentirsi sentire da voi.
  5. “È Leviòsa non Leviosà”: fare i precisini sui social non è mai ben visto. Avete presente quando il t9 o correttore automatico trasforma qualche volta una parola per un’altra? Bene. Succede a tutti e non è necessario farne un dramma e pubblicare apertamente quanto bravi siete stati ad accorgervi dell’errore di qualcun altro. Se volete, invece, evitare questi inconvenienti, leggete sempre tre volte il vostro contenuto prima di pubblicare. 
  6. I Balconi Napoletani: luoghi consueti di chiacchiere tra vicinato. Pubblicare qualcosa in rete è come sbattere in faccia a tutti o gridarlo in piazza in modo che tutti possano ascoltare o vedere. Il buon galateo ci impone di evitare qualsiasi frecciatina o riferimento ad altre persone, in modo velato, che si sono magari comportate male nei nostri confronti. Sarebbe come spettegolare ed è giusto provare ad immaginarsi sempre nel lato opposto, non è bello se lo facessero con voi, vero? Se avete un problema con una persona o più, prendete coraggio e risolvete il tutto privatamente. 
  7. Invitare ai giochi: vi piace moltissimo giocare a Candy Crush Saga? Bene, sappiate che chi riceve il vostro invito magari ha altro da fare tra casa, lavoro e famiglia e probabilmente vede la vostra notifica come una perdita di tempo inutile. 
  8. Il Gioco del Memory: avete presente quando pescavate una carta durante il gioco e dovevate trovare quella uguale alla prima? Vi è mai capitato di sentirvi copiati per un post, per un testo o un video che avevate creato? Sicuramente non siete gli unici. In questo caso è giusto prendere ispirazione da altre persone, ma se proprio non abbiamo inventiva e siamo coscienti di copiare un altro creator è giusto taggare la persona grazie alla quale ci siamo ispirati per ricreare quel determinato contenuto. Ricordati che il tag in questo caso potrebbe essere non solo un modo gentile e educato per fare un complimento/apprezzamento ma anche un modo per essere condivisi dalla medesima persona. 
  9. I gufi notturni: cercate sempre di moderare un messaggio, non solo nei toni e nella forma, ma anche dall’orario in cui inviate il messaggio. Mettetevi nei panni degli altri, se l’utente in questione non ha messo il silenzioso o la vibrazione e il telefono, nel bel mezzo della notte, suona e si accende svegliandolo? Farete la figura degli assillanti. Cercate di inviare i messaggi per il lavoro negli orari lavorativi (9-18) e le cose personali dalle (8-21).
  10. Taggare humanum est: Quando pubblicate una foto con gli amici e li volete taggare, assicuratevi sempre che questi siano presentabili, non mossi o in posizioni imbarazzanti. Se taggate una persona in questo status potrebbe sembrare che lo stiate facendo appositamente per metterla in imbarazzo o in cattiva luce. È sempre buona educazione, prima di taggare o pubblicare, chiedere alla persona interessata se la cosa la aggrada. 

Dott.ssa Chiara Vagge – Igienista Dentale

Vivo a Brescia, laureata all’università vita-salute San Raffaele di Milano nel 2018. Sono una dottoressa Smart, cerco di portare la comunicazione e l’informazione medico-sanitaria sui social media. Mi trovate su tiktok, Instagram e clubhouse come @igienistadentale_chiara